Dal 14 al 18 Giugno, Udu-Unione degli Universitari lancia FUTURO IN LOCKDOWN: sblocchiamo la Next- Generation, manifestazione itinerante che coinvolgerà le maggiori città universitarie italiane.

 Obiettivo? Riportare al centro del dibattito pubblico il tema dell’Università, dell’accesso all’istruzione, il diritto allo studio e tutti i temi connessi a rilanciare il comparto dell’Istruzione.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) contiene, tra gli altri, i fondi europei che l’Italia riceverà a seguito della pandemia, e che se utilizzati per riforme strutturali nel campo dell’istruzione, possono servire a rilanciare il Paese e a migliorare la condizione studentesca. Per fare questo però la nostra generazione deve scendere in campo, tornare nelle piazze, costruire proposte per cambiare l’Università e cambiare il Paese. Con questo intento abbiamo lanciato tempo fa la piattaforma “Who’s next?”, e continueremo in tutta Italia a costruire momenti di confronto, assemblee, e proposte per l’Università.

“Sono circa 440 i milioni tagliati di netto dai servizi di istruzione, con pesanti conseguenze sulle misure che da anni chiediamo per avere un’università gratuita, pubblica e realmente accessibile” commenta Giovanni Sotgiu, coordinatore dell’Unione degli Universitari. “Sugli alloggi, ad esempio, nonostante si esprima la volontà di aumentare il numero attuale di posti letto da 40 a 100 mila entro il 2026, gli investimenti diminuiscono di circa 40 Mln di euro: un paradosso. Scompare, inoltre, l’investimento previsto per garantire la no tax area per chi ha un ISEE fino a 23.500.

I conti non tornano rispetto ai proclami del governo di questi giorni e questo è il sintomo di un palese disinteresse verso le tematiche legate al diritto allo studio. In un momento cruciale come questo non sono state coinvolte ed ascoltate le organizzazioni e gli organi di rappresentanza studentesca, ne consegue la totale assenza di seri investimenti volti a garantire il diritto di studiare a tutte e tutti e il relativo taglio di quasi mezzo miliardo di euro. 

Con FUTURO IN LOCKDOWN: sblocchiamo la Next- Generation, vogliamo far sentire la nostra voce attraverso presidi, iniziative, assemblee pubbliche, piazze. Ad ogni criticità e problema individuato e ad oggi non affrontato, neanche in un piano di finanziamento a medio termine per rilanciare il nostro paese e le giovani generazioni, abbiamo associato un lucchetto.

Solo il 29% delle studentesse e degli studenti beneficia di un esonero totale della contribuzione e la restante percentuale paga tra gli importi più alti di tutto il continente, a volte anche superiori a 3000€ Il sottofinanziamento statale dell’università la porta a gravare con le tasse sulle spalle delle studentesse e degli studenti, rendendo Fitalia penultima in Europa per numero di giovani laureat* (27,699 dietro solo a Romania e ben distante dall’obiettivo del 40% che l’Europa si era data per il 2020). 

Crediamo fortemente che l’istruzione universitaria non sia solo crescita dell’individuo ma di tutta la società, attraverso lo studio e la ricerca. Uno stato che ha a cuore il proprio sviluppo e quello delle giovani generazioni si fa carico interamente dei costi dell’università, come già avviene in 7 paesi europei Oggi, la no tax area a 23000 di ISEE è ancora troppo poco! Bisogna aumentare i finanziamenti per estenderla gradualmente fino ad arrivare all’università gratuita, spostando i costi sulla fiscalità generale. 

Il passaggio dall’università al mondo del lavoro (quello giovanile è stato tra i più colpiti dalla pandemia) è spesso costellato di stage e tirocini che si rivelano sistematicamente essere privi di alcuna tutela e spesso, per i vari costi accessori, a carico del/della tirocinante. Lo stesso Parlamento Europeo, lo scorso ottobre, ha condannato con una risoluzione la pratica degli stage non retribuiti, definendola sfruttamento.

Stress, isolamento sociale ed emarginazione, ansia, depressione uno studio della Columbia University rivela che i sintomi di queste problematiche si sono manifestati sulla popolazione europea con una percentuale del +1,5% rispetto allerta pre-covid. A soffrirne maggiormente la fascia di popolazione 15-25 anni. Se l’OMS dichiarava anni fa che nel 2030 la depressione giovanile sarebbe stata la patologia più diffusa tra le e i giovani, la pandemia ha accelerato questo processo, mentre la disponibilità di personale e strutture sanitarie pubbliche relativa al supporto psicologico sia ormai da anni in calo. 

La salute mentale è un tema che non possiamo più ignorare e che riguarda tutto noi. È necessario che l’assistenza psicologica pubblica sia garantita diffusa e gratuita, attraverso nuovi finanziamenti che la rendano accessibile tanto all’interno dei luoghi del sapere quanto fuori, attraverso l’assunzione di personale dedicato nel Sistema Sanitario Nazionale, mediante delle convenzioni tra aziende ospedaliere, università ed enti del territorio, e con delle forti campagne di sensibilizzazione sul benessere psicologico. 

Inoltre, per quanto concerne l’Emilia-Romagna, un problema che continua a e che denunciamo ormai da anni, riguarda i troppi pochi fondi che la regione e i comuni stanziano per il trasporto urbano ed extraurbano per studentesse e studenti universitari. È inammissibile che la popolazione studentesca paghi prezzi così elevati per servizi spesso scandenti e che non coprono tutte le fasce orarie, quantomeno nel week-end.

Pertanto, oggi siamo scesi in piazza e continueremo a chiedere a gran voce un sistema di trasporto pubblico che sia accessibile a tutte e tutti con prezzi a misura di studente e che vado incontro soprattutto a quelle categorie della comunità studentesca considerate economicamente più fragili.

È necessario che il Governo ascolti le nostre proposte, che gli interventi previsti nel PNRR non rimangano proposte decontestualizzate e che il raggio d’azione della missione si ampli per includere una serie di servizi connessi all’accesso e gratuità della formazione, nonché alla cittadinanza studentesca e al mondo del lavoro. Lavoreremo affinché studentesse e studenti non vengano ancora una volta marginalizzati ma l’istruzione universitaria venga rilanciata al centro delle politiche del nostro Paese.

L’Esecutivo di Unione Universitaria – Modena e Reggio Emilia